In apertura un ricordo di Clotilde Pontecorvo, una vita per l’educazione a scuola e fuori.
Luciano Benadusi e Vittorio Campione invitano a riflettere su “Che fare per l’istruzione e la formazione nella prossima legislatura?” Con approfondimenti di Moscati per l’università e di Farinelli per istruzione e formazione tecnica professionale. Come sempre il numero è arricchito di note e punti di vista e recensioni


di Luciano Benadusi e Orazio Giancola
Il primo gesto compiuto dal nuovo governo sulla scuola è stato il cambiamento del nome del Ministero dell’Istruzione aggiungendovi “e del Merito”. Una scelta chiaramente identitaria e assai criticata per varie ragioni, alcune buone altre meno. Senza tenere conto che merito e meritocrazia sono a loro volta concetti plurali, dato che presentano una grande varietà di significati e di declinazioni. Citare solo il merito significa relegare in secondo piano l’eguaglianza e fornire così una giustificazione più ampia alle diseguaglianze. Il contrario della nostra costituzione che include l’eguaglianza tra i principi generali (art.3) mentre parla del merito molto più avanti in una norma specifica sull’istruzione (l’art. 34), e solo nell’accezione di eguaglianza delle opportunità.
La lettura dei programmi elettorali dei partiti sulla scuola si presta a molte chiavi di lettura. si nota una certa disorganicità: buoni o meno buoni propositi messi in fila uno dopo l’altro al di fuori di una comune cornice strategica basata su un’esplicita lettura della realtà e non solo su scelte identitarie e aspettative di raccolta di consensi. Un altro limite è l’incompletezza che si accompagna alla scarsa attenzione a temi importanti, per esempio ai temi della governance, dell’autonomia scolastica, alle riforme dei curricoli e della didattica. Non sorprendono perciò i commenti molto severi di alcuni esperti del settore. L’articolo passa in rassegna i programmi dei sei maggiori partiti: Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia, Azione-ItaliaViva, Partito democratico, Movimento 5Stelle.
Il Numero Speciale a cura di Emiliano Grimaldi, Paolo Landri e Assunta Viteritti, raccoglie contributi che collocano le trasformazioni del sistema scolastico e universitario italiano, all’interno di un contesto educativo europeo e globale. Gli articoli raccolti in questo numero speciale discutono in particolare tre focus : epistemologie educative, forme emergenti di governance e forme emergenti di soggettività.
Il 16 novembre si è svolto il seminario “Educazione civica. Oltre le regole”, organizzato dalla rivista Scuola democratica in collaborazione con il Dipartimento di studi giuridici dell’Università statale di Milano e l’Osservatorio sulla criminalità organizzata.
Tuttoscuola risponde al seminario con un contributo prezioso di articoli on line.
Dall’anno scolastico 2015-2016 l’Alternanza Scuola-Lavoro è stata resa
obbligatoria nel secondo biennio e nell’ultimo anno della scuola secondaria di
secondo grado, per 400 ore negli istituti tecnici e professionali e per 200 ore nei
licei. La progettazione dei percorsi ha assunto un’articolazione triennale per
meglio contribuire a sviluppare le competenze richieste dal profilo educativo,
culturale e professionale dei corsi di studi.
Il presente Rapporto di ricerca illustra i risultati e un primo bilancio di
attuazione di questa riforma, focalizzandosi sui punti di forza e di debolezza, sulle
buone pratiche come sulle criticità emerse nei primi anni di applicazione della
Legge 107 del 2015, cosiddetta “Buona scuola”. Così come riformato il sistema
dell’Alternanza rappresenta un unicum in Europa: in nessun paese europeo è
prevista l’obbligatorietà didattica e curriculare dell’apprendimento in contesti
lavorativi per tutti i tipi e gli indirizzi di scuola superiore, compresi i licei (§ Allegato
“Modelli ed esperienze in Europa”).
Fondazione Intercultura organizza il webinar di formazione gratuito per insegnati e DS “Competenze per una cultura della democrazia e internazionalizzazione della scuola” .
Il webinar si svolgerà il 28 ottobre dalle 15.00 alle 16.30.
Il webinar si svolge in occasione dell’uscita della traduzione italiana del Quadro di riferimento delle competenze per una cultura della democrazia (a cura della Fondazione Intercultura).
Fra i/le vari/e relatori/relatrici sono previsti anche il Prof. Emerito Martyn Barrett e la Prof.ssa Milena Santerini (Università Cattollica Milano)
Il sistema educativo italiano manifesta la tendenza a produrre e riprodurre vecchie e nuove diseguaglianze, a sfavore dell’uguaglianza, dell’equità e di apprezzabili risultati individuali e aggregati.
Gli autori, Luciano Benadusi e Orazio Giancola, parlano del modo in cui hanno trattato il tema dell’equità nell’intervista con Gianluca Argentin (Università di Milano-Bicocca).
22 giugno 2021 Luciano Benadusi e Orazio Giancola sono gli autori del libro “EQUITÀ E MERITO NELLA SCUOLA Teorie, indagini empiriche, politiche” ( FrancoAngeli 2021) Il sistema educativo italiano, così come gli altri sistemi educativi dei paesi ad economia avanzata, ha vissuto dal secondo dopoguerra ad oggi una continua espansione…
E’ on line in forma open access il numero speciale di Scuola Democratica dedicato al tema dell’educazione civica e alla cittadinanza. Tutti gli articoli sono scaricabili cliccando QUI Indice del numero speciale, 2021, maggio Educazione civica e alla cittadinanza ·Ludovico Albert, Luciano Benadusi, Alessandro Cavalli, Bruno Losito, Piero Valentini Introduzione…
Quest’anno è cruciale per definire il modo in cui nelle scuole sarà vissuto l’insegnamento di Educazione Civica, dopo l’entrata in vigore della legge 92/2019 con un inusuale e altissimo consenso in parlamento. Cosa questo insegnamento diverrà nella vita concreta delle scuole, nel percorso di apprendimento e nelle vite degli studenti e delle studentesse dipende ora da una molteplicità di attori.
Per Scuola Democratica è un processo importantissimo da seguire e supportare. La posta in gioco infatti era già altissima lo scorso anno, ma oggi lo è ancora di più.
Clicca per accedere a tutti i contributi del dibattito dal 4 maggio, data del suo lancio su questo blog, a oggi.
Attraverso le idee contenute nell’articolo apparso nel n.1/2020 di Scuola democratica a firma di due dei suoi direttori, Benadusi e Campione, (che è leggibile per intero cliccando QUI), proponiamo al dibattito una proposta di ripensamento degli ordinamenti scolastici.
La questione degli ordinamenti scolastici in effetti sembra sparita dall’agenda politica italiana. Riteniamo sia giunto adesso il momento di tornare a riflettere e discutere su questo tema assumendo una prospettiva “lunga” che non si arresti alla discussione di come si ripartirà a settembre dopo un anno scolastico inficiato dall’emergenza Coronavirus.
La riforma degli ordinamenti non andrebbe impostata sulla base di un modello precostituito di carattere ideologico, al contrario andrebbe attentamente tarata sulle situazioni di fatto del nostro paese che ci segnalano problemi, ritardi e criticità anche al cospetto di altri paesi europei
Storicamente e culturalmente, le diseguaglianze di genere sembrano essere la costante sociale più dura a morire. Anche se in quasi tutti i paesi del mondo esistono norme e leggi che sanzionano la disuguaglianza e promuovono l’uguaglianza tra donne e uomini, i divari di genere persistono ancora in tutti paesi, persino in quelli cosiddetti avanzati.
Nel recente volume curato da Maddalena Colombo e Luca Salmieri – The Education of gender. The Gender of Education – diversi contributi di esperti e ricercatori italiani analizzano i rapporti tra genere e educazione nel nostro paese. I capitoli del volume approfondiscono diverse questioni che finora non avevano trovato spazio sufficiente nel dibattito sul sistema educativo e formativo italiano.
Il decreto sull’insegnamento dell’educazione civica è arrivato in piena fase di riorganizzazione legata al COVID 19. In questa situazione di sfida perché non si sono attivate quelle comunità educanti con i relativi patti educativi per offrire postazioni e connessioni a chi si trova in maggior svantaggio? Nell’art.8 si parla esplicitamente del legame fra scuola e territorio
“ L’insegnamento trasversale dell’educazione civica è integrato con esperienze extra-scolastiche, a partire dalla costituzione di reti anche di durata pluriennale con altri soggetti istituzionali, con il mondo del volontariato e del Terzo settore, con particolare riguardo a quelli impegnati nella promozione della cittadinanza attiva”. Da parte loro scuole ed insegnanti devono utilizzare l’occasione delle 33 ore di educazione civica per aprirsi al mondo esterno in maniera sistematica e strutturale, utilizzando i mezzi che la legge dà. Non si tratta di un ostacolo da superare ma di un’opportunità da cogliere.
di Marco Manariti
Il Bilancio Sociale, o il RAV, è uno strumento che se ben utilizzato riflette l’organizzazione e che la fa riflettere.
Come viene fatto il Bilancio Sociale, il suo processo di realizzazione è il cuore pulsante dello strumento, quello che dà i risultati più intensi e preziosi. Se non ci si limita a viverlo come un adempimento burocratico, il bilancio sociale oltre a favorire la comunicazione interna ed esterna, può fungere anche da ponte tra passato e futuro, perché partendo dalla propria identità, storia e dall’interpretazione dei risultati già conseguiti, permette di avviare la nuova programmazione.
di Cinzia Maggi
Tra le principali finalità di una Educazione Civica c’è l’educazione alla cittadinanza attiva democratica che può essere tradotta a livello pratico nella cura delle personalità individuali, dello spirito del dialogo, del senso dell’uguaglianza, dell’apertura verso le differenze, dell’essere maggioranza e minoranza.
A Verona la rete TanteTinte presso l’Istituto Comprensivo 6 di Verona opera con lo scopo di garantire il pieno successo scolastico degli alunni italiani e stranieri nella classi multiculturali e di favorire la crescita nelle scuole dell’educazione all’interculturalità, alla pace e ai diritti umani e lavora da anni con un progetto “Percorsi d’inclusione il territorio incontra la scuola” finanziato da Fondazione San Zeno.
di Giorgio Allulli
La scuola italiana ha oggi veramente bisogno di una riforma a tutto tondo che porti a riconsiderare i suoi ordinamenti ed i suoi programmi? Io credo di no; casomai ha bisogno di una forte capacità di governo e gestione, un governo ed una gestione che sia in grado di valorizzare le eccellenze, eliminare gli enormi squilibri esistenti, avviare finalmente un processo di reclutamento serio, ecc. ecc. La realtà è che abbiamo (quantomeno) due sistemi scolastici: un sistema che con questi ordinamenti, con questi programmi, con questi insegnanti, funziona molto bene, a livelli di eccellenza mondiale; ed una sistema che con gli stessi ordinamenti, con gli stessi programmi ed insegnanti formati allo stesso modo (anzi per certi versi ancora più selezionati) funziona molto male.
di Stefania Lorenzini
Un pensiero disponibile ad andare verso l’altro che si riconosce in riferimenti culturali diversificati, per scoprire le rispettive differenze insieme ai punti in comune e tale da sapersi avvalere dell’esperienza del confronto e dell’arricchimento trasformativo che può generare. Accogliere la differenza e il pluralismo, concretizzare tolleranza attiva, dialogo e ascolto nella reciprocità e nel rispetto delle differenti identità, quali criteri di riferimento principali della pedagogia interculturale (Bolognesi e Lorenzini, 2017) aprono la strada all’incontro tra differenze e soprattutto tra – persone – differenti.
di Alessandro Cavalli
Non è facile commentare un documento sul quale si è d’accordo su quasi tutto. Mi auguro che possa diventare la base di un’iniziativa riformatrice capace di coinvolgere e fare convergere anche idee e forze diverse in una prospettiva sufficientemente trasversale. Del resto mi sembra di cogliere alcune significative convergenze nelle proposte recentemente presentate sia da Oliva e Petrolino sia da Bertagna1 che provengono da orizzonti politico-culturali diversi.
di Elefteria Morosini
L’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile è esplicitamente inserita nelle linee guida all’educazione civica. Dei 17 obiettivi che la compongono il terzo, “salute e benessere”, è strettamente connesso con il diritto alla salute, sancito dall’articolo 32 della nostra Costituzione.
Le riflessioni stimolate in questi mesi dalla pandemia Covid-19, portano a pensare che ai fini del potenziamento dell’educazione civica nelle scuole, una delle linee portanti dei progetti transdisciplinari sia quella dell’educazione sanitaria, in modo da diffondere nei giovani la consapevolezza di cosa significhi “salute”, del rapporto tra salute individuale e salute pubblica, dei caratteri del SSN (Sistema Sanitario Nazionale) italiano, di come abbia funzionato e di quali risultati abbia ottenuto.