NON PERDERMI NON PERDERTI di Luisa Mattia-Luigi Ballerini
Recensione a cura di Paola Benadusi Marzocca (esperta di editoria per bambini e ragazzi)
Può un bullo trasformarsi in un bravo ragazzo? Cambiare il suo atteggiamento arrogante e prevaricatore? NON PERDERMI NON PERDERTI di Luisa Mattia-Luigi Ballerini (Lapis ed., pp.295, € 12,90) racconta il percorso interiore di un giovane liceale condannato per atti di bullismo.
Il libro è la continuazione ideale della precedente storia narrata dagli stessi autori in “Cosa saremo poi” (Lapis ed.). Protagonista infatti è sempre Falco che da un giorno all’altro si è trovato solo. Prima era un leader corteggiato dalle ragazze pronte a fare qualsiasi cosa per lui. E Lavinia era una di queste. Tanto che gli aveva inviato un selfie con il seno scoperto in primo piano. Per Falco era solo un gioco da condividere con gli amici, ma i social non perdonano, le immagini dentro questo mondo virtuale possono colpire a morte. In breve tempo infatti la ragazzina era diventata oggetto di scherno e battute crudeli. Il suo tentativo di suicidio aveva condotto ad una presa di coscienza degli adulti e dei suoi coetanei. Solo Falco era rimasto indifferente e arrabbiato contro tutto e tutti. “Hanno puntato il dito su di me, gli ipocriti, Smartphone alla mano, mi hanno cancellato.” Dentro di sé il ragazzo rimugina vendette. Che cosa aveva fatto in fondo? “Niente. Cioè? Una scemata che è diventata un dramma per una scema che si chiama Lavinia.” Questi sono i truci pensieri che gli passano per la testa. Ed è da lì che inizierà una faticosa rinascita perché il bullo spesso al di là della sua maschera di duro è fragile quanto le sue vittime. La giusta punizione decisa dal tribunale dei minori scatena una serie di effetti impensabili che gli faranno percepire il lato pauroso della vita, ma anche la gioia che dà la consapevolezza dell’imperfezione umana e di se stesso.
Il tema dei social e delle terribili conseguenze che possono avere negli adolescenti spingendoli a gesti estremi è più che mai presente nel dibattito pubblico e nelle scuole perché ormai i cellulari fanno parte dell’abbigliamento quotidiano e a riguardo per fortuna sono stati presi provvedimenti giudiziari. Nel romanzo è stato stabilito il “recupero” di Falco a Villa Serena, un centro per anziani, obbligandolo a un servizio socialmente utile pur continuando a frequentare il liceo. Inutile dire che il ragazzo subisce, inizialmente, questa decisione come una vera e propria violenza. E’ furioso anche per l’atteggiamento dei propri familiari compreso il fratello più grande che lo criticano, lo mortificano, lo disapprovano. Si vergognano di lui e Falco lo sente: in quel momento avrebbe desiderato altro invece dei rimproveri. Si sente così fragile che solo che per reazione, senza inizialmente accorgersene, sta per diventare vittima di un pedofilo mascherato attraverso le chat. Ha paura. Ricorda la fiaba di Cappuccetto Rosso. I lupi travestiti da innocue vecchiette esistono e bisogna subito riconoscerli. E’ una lezione anche questa.
Scritto con un ritmo serrato e stringente, il romanzo immerge nella vita interiore di Falco attimo per attimo coinvolgendo anche il lettore nella sua progressiva metamorfosi, che è poi conoscenza di sé e di ciò che lo circonda. Una sfida, una battaglia, la rivelazione dell’amicizia e dell’amore. Bastano un vecchio come Vittorio, originale e un po’ pazzarello che gli farà conoscere attraverso le poesie la forza trascinante della giovinezza e della vita, e una ragazza bella e determinata come Viola e Falco scoprirà di essere sempre stato Federico .
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