di Fausto Benedetti (Ricercatore presso l’Istituto Nazionale di Documentazione, Innovazione e Ricerca Educativa – INDIRE) –
[…] l’innovazione esiste pienamente in un contesto “rivoluzionario” […] non si produce e non si radica, non s’impone e non si accompagna è essa che origina e produce se stessa e non viene messa a sistema perché già essa è un sistema.


Il 6 maggio 2015 alle 10.00 a Roma si svolge l’evento finale del progetto “Innovative Design dei processi educativi scolastici”, il più grande progetto di ricerca-azione di interesse nazionale per formare gli insegnanti e costruire collaborativamente un nuovo metodo didattico attivo.
di Fiorella Farinelli (Esperta di sistemi scolastici e formativi) –
Continua il trend positivo delle iscrizioni all’Istruzione e Formazione Professionale. Nel 2013-14 sono 316.018 gli allievi dei “triennali”, e 12.156 gli iscritti al “ quarto anno” per il diploma professionale. L’IeFP è sempre meno una scelta di ripiego e sempre più una prima scelta. Certo i limiti e i problemi dell’IefFP, anche dopo la messa a regime del 2009-10, sono ancora tanti. Tuttavia la “Buona Scuola” in nessuna delle sue diverse versioni mostra interesse all’ argomento.
a cura della Direzione di Scuola Democratica -
Eccoci di nuovo sul tema del finanziamento pubblico alle scuole paritarie con la seconda parte della riflessione di Luciano Benadusi e Vittorio Campione, rispettivamente Direttore e Vicedirettore di Scuola Democratica. Al centro dell’attenzione in questo contributo è la questione dei controlli: la qualità va verificata sempre.
a cura della Direzione di Scuola Democratica -
Il tema del finanziamento pubblico alle scuole paritarie è tornato prepotentemente al centro dell’agenda politica e del dibattito pubblico. Su questo tema si sono confrontati Luciano Benadusi e Vittorio Campione, rispettivamente Direttore e Vicedirettore di Scuola Democratica. Qui la prima parte del contributo: “Scuola Statale e Scuola Privata: una vera parità? Pubblico non vuol dire statale”
di Giunio Luzzatto e Alessandro Cavalli, In risposta all’articolo Discutiamo lo sviluppo della Buona Scuola -
La questione degli insegnanti non può essere affrontata limitandosi, come avviene nel Disegno di legge, al solo tema della loro “formazione” (sia iniziale, sia in servizio o permanente): infatti, per un qualunque professionista la corretta definizione delle caratteristiche necessarie alla sua formazione deriva innanzitutto da una precisa individuazione del suo profilo professionale. Sono indispensabili competenze “trasversali” per gli insegnanti di tutte le discipline, competenze che devono aggiungersi alle competenze relative alla “materia” e alla didattica specifica della materia stessa, non sostituirle.
di Giorgio Allulli (esperto della Rete Europea EQAVET) In risposta all’articolo Discutiamo lo sviluppo della Buona Scuola -
La scuola è un sistema molto complesso, ed allora ogni innovazione va introdotta pensando alla percorribilità, ed ai possibili effetti che produce sulle diverse componenti del sistema. In questo caso non mi sembra che questo sia stato fatto.Gli interrogativi sono tanti; ci limitiamo a ricordare i principali.
di Ivana Summa (Esperta CIDI) in risposta all’articolo Discutiamo lo sviluppo della Buona Scuola –
Gestire una scuola non coincide tout court con l’amministrarla, bensì con l’organizzare tutte le risorse- quelle disponibili e quelle da acquisire – verso le finalità istituzionali. E’ necessario chiederci se, dopo un quindicennio di autonomia scolastica, non sia giunta finalmente l’ora di cambiare rotta a cominciare proprio dai capi d’istituto. Proviamo allora ad analizzare i riferimenti normativi esistenti e poi quelli contenuti nel ddl citato. Possiamo trasformare le fattezze del capo d’istituto ma se davvero vogliamo che sia in grado di agire in modo efficace è necessario un coerente quadro di sistema.
di Paolo Ferratini (esperto di sistemi scolastici) in risposta all’articolo Discutiamo lo sviluppo della Buona Scuola -
Se molto poche erano fin dall’inizio le possibilità che il Parlamento potesse varare il ddl scuola in tempo utile per il prossimo a.s., ora possiamo dire con certezza che ciò non avverrà. La scelta di Renzi è invece stata un’altra, frutto, a me sembra, di due considerazioni distinte, dettate l’una dalla prudenza, l’altra dall’astuzia.
di Stefano Casarino (insegnante di Lettere nei Licei, Presidente della Delegazione di CN dell’A.I.C.C.) in risposta all’articolo Discutiamo lo sviluppo della Buona Scuola-
Ogni ipotesi di cambiamento deve partire dalla constatazione della situazione presente, dalla ricognizione esatta dei punti di debolezza, ma anche dei punti di forza, di ciò che ci si accinge a modificare.